Parliamo di Ramadan

Istituto Sindacale per la COoperazione allo Sviluppo

Parliamo di Ramadan

Per cercare di approfondire e spiegare meglio il Ramadan, abbiamo chiesto aiuto ad Ayesha Saeed, una nostra giovane amica pakistana che vive in Italia da ormai vent’anni e lavora come mediatrice culturale nelle scuole in provincia di Varese, ma che nutre un forte attaccamento alla sua culturà d’origine.

Ayesha, ci puoi spiegare che cos’è il Ramadan?

Nel calendario islamico, il Ramadan è il nono mese dell’anno ed è composto da 29 o 30 giorni, in base all’osservazione della luna crescente.

Secondo la pratica islamica, il Ramadan è il mese in cui viene messo in atto il digiuno, in commemorazione della prima rivelazione del Qurano al Profeta Muhammad.

Insieme al digiuno, chi segue il Ramadan deve anche astenersi dalle pratiche sessuali, dal fumare, dai peccati di parola come la calunnia, la bestemmia, la menzogna o da azioni violente.

In questo mese sacro, chi non può fare il digiuno, dona il cibo o la spesa per un mese (farina, zucchero, latte, pane), ad una persona povera.

Alla fine del mese, prima della festa, si dona (a secondo di quello che viene deciso dal comitato dei Imam) soldi, grano, riso o datteri, per chiedere perdono e per aiutare chi non può a godere le gioie della festa.

Perchè i fedeli praticano il Ramadan? E nel tuo caso perchè scegli di farlo?

Nel mese del Ramadani i fedeli si impegnano a controllare gli impulsi e i pensieri considerati sbagliati, come dire le parolacce o ascoltare canzoni volgari, e non è un semplice non mangiare.

Per me, ad esempio, è un mese sacro durante il quale mi impegno con me stessa a controllare certi desideri attraverso il non mangiare. E personalmente è un mese che aspetto, perchè sento che le mie preghiere sono più forti e profonde, e mi piace anche molto!!

È difficile stare tutte quelle ore senza mangiare?

Ci tengo a precisare una cosa, ovvero che il non mangiare e il non bere praticati senza intenzione vera e sentita non servono a nulla e non hanno valore. Lo preciso perchè ci sono molti giovani che la vedono una “dieta” e non beneficiano della parte spirituale.

Oltretutto, ci sono categorie di persone che possono essere escluse dal farlo, come la donna in gravidanza, chi ha una malattia o i bambini. Questo per farvi capire che non è un obbligo, come si può erroneamente pensare, ma un potere che noi abbiamo se ci sono le condizioni e la volontà di metterlo in atto.

Perchè credi ci siano tutti questi “falsi miti” sul Ramadan?

Secondo me c’è una concezione distorta soprattutto tra i giovani che lo praticano. Tanti hanno l’idea di star facendo una dieta, senza sapere e interessarsi al vero significato che c’è dietro. Nel mio caso, durante il Ramadan tendo a fare una colazione molto più abbondante che deve tenermi in forze tutto il giorno per poi arrivare alla sera con una cena altrettanto abbondante e ricca.

Pensi che sia importante sensibilizzare, anche localmente, la società?

Sì, decisamente e penso sia molto utile. Oltre ad insegnare una sorta di pazienza e autocontrollo, potrebbe essere anche un modo per capire l’importanza del cibo che si ha e che altri non hanno.

Noi di Iscos Lombardia siamo impegnati in un lavoro costante di conoscenza, aiuto e supporto della comunità pakistana in italia. Crediamo che l’informazione serva a conoscere ciò che ci circonda e che società multiculturali siano fonte di ricchezza e apprendimento reciproco. Ringraziamo Ayesha Saeed per questa intervista e per costruire ponti di connessione insieme a noi!

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