Focsiv – I PADRONI DELLA TERRA

Istituto Sindacale per la COoperazione allo Sviluppo

Focsiv – I PADRONI DELLA TERRA

Venerdì 16 ottobre nella sala Zuccari di palazzo Giustiniani a Roma è stato presentato il terzo rapporto di Focsiv “I padroni della terra” uno studio, un monitoraggio, una denuncia al fenomeno del Land grabbing. Durante la presentazione sono intervenuti numerosi esperti, esponenti politici, di ONG e studiosi per discutere e dialogare su questo fenomeno in crescita.

Nella lettera che il Ministro Teresa Bellanova ha scritto per aprire la presentazione si ribadisce più volte e con forza che la dignità delle persone passa anche attraverso il diritto al cibo, e che “è nostro compito prenderci cura di chi ha fame, di chi è privato della propria terra, di chi è costretto a fuggire alla ricerca di luoghi e comunità dove poter ripensare il proprio futuro.” La senatrice Bellanova cita il Land grabbing come prima causa della privazione di questo diritto e plaude alla forza di tutti quegli attivisti che si battono per difendere le loro terre. Il ministro conclude il suo contributo con uno sguardo al futuro “Il futuro verde, quello che abbiamo in mente, passa necessariamente da qui, e deve vedere come centrale il ruolo dell’agricoltura, e della sostenibilità della produzione, trasformazione, distribuzione del cibo.”

Ad introdurre la mattinata interviene il presidente di Focsiv Gianfranco Cattai che sottolinea come il Focus degli interventi e della politica deve spostarsi dai singoli paesi all’attenzione alla casa comune e lancia tre provocazioni per il cambiamento: senza politica non si cambia, senza comunicazione non si cambia e senza relazioni non si cambia.

Aprendo la presentazione vera e propria del rapporto, Francesca Novella di Focsiv evidenzia come il Land grabbing sia tuttora un fenomeno in continua crescita: lo scorso anno sono stati venduti alle multinazionali 8 milioni di ettari di terreni in più rispetto al 2018; il fenomeno oggi non lega paesi ricchi a paesi poveri, ma sempre più spesso avviene all’interno dello stesso stato mostrando nazioni che rientrano sia tra i paesi investitori che tra quelli ricettori. Focsiv coglie l’occasione della presentazione del rapporto per fare 10 raccomandazioni alla politica per limitare questi fenomeni tra i quali l’adozione di trattati vincolanti sui diritti umani e ambientali, la loro promozione a livello europeo e l’applicazione delle normative già esistenti.

Cristina Duranti di Good Shepard interntional è intervenuta testimoniando uno degli esempi più eclatanti presenti nel rapporto di quest’anno: la filiera del cobalto in Congo, che fa parte di quello sviluppo ritenuto sostenibile poiché il cobalto è utilizzato nella produzione delle batterie ricaricabili. La regione di Lulaba è al centro dello sviluppo occidentale fin dall’Ottocento a cui fornisce le materie prime per lo sviluppo industriale e tecnologico. Questa zona però è anche sempre più soggetta a violazioni dei diritti umani: Land grabbing, rilocazione, povertà, impatto ambientale sulle falde acquifere. Gran parte dei bambini del progetto di Good Shepard lavoravano nel settore minerario a cui si correla un altissimo tasso di sfruttamento, malnutrizione e analfabetismo. Dopo pressioni dalle azioni di advocacy di diverse ONG alcune aziende hanno deciso di svoltare e investire sulla diligenza e lo sviluppo attraverso politiche di trasparenza e sviluppo delle comunità locale. Il derisking, non fare danno alle comunità locali, non è più sufficiente, bisogna promuovere le possibilità di crescita e sviluppo soprattutto per i bambini. Le aziende che vogliono fare un lavoro di responsabilità, non basta che siano trasparenti, ci vogliono investimenti seri e importanti per riportare tassazioni giuste e rispetto delle condizioni, ma anche partenariati per lo sviluppo.

Tutti gli interventi che si sono succeduti nella mattinata lanciano lo stesso monito: un’azione politica di riconoscimento del Land grabbing come fenomeno che priva intere popolazioni della dignità e dei diritti e una presa di coscienza degli effetti che questo fenomeno ha nell’ottica dei cambiamenti climatici. Andrea Segrè, docente dell’università di Bologna, sottolinea come il fenomeno del Land grabbing e i suoi effetti sul clima non siano presi in considerazione tanto da non trovare spazio dell’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. La presentazione si chiude con l’appello di Enrico Giovannini di Asvis, che auspica una giustizia intergenerazionale attraverso un migliore utilizzo e una migliore distribuzione delle terre e dei beni.