Africa e covid: il vero nemico è la recessione economica
In questi mesi di pandemia mondiale, in cui ogni giorno siamo sommersi di dati provenienti da ogni parte del mondo salta immediatamente all’occhio l’anomalia africana. Sebbene il continente con il suo miliardo e 300 mila abitanti rappresenti il 17% della popolazione mondiale, solo il 4% dei casi accertati di Covid-19 e il 2,5% delle morti sono state registrate in Africa. E’ proprio questo il tema oggetto dello studio di Camillo Casola, ricercatore presso l’ISPI – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale di Milano che, in occasione dell’assemblea di Colomba – Cooperazione Lombardia, ha proposto la sua lettura sullo scarso impatto della pandemia nel continente africano. Se in un primo momento sembrava che questa anomalia fosse dovuta al clima più caldo e secco, l’ ipotesi è stata presto smentita. Più probabilmente la scarsa diffusione del virus, secondo Casola, è dovuta alla combinazione di altri tre fattori:
- Le ampie aree rurali, con uno scarso addensamento demografico;
- La scarsa inclusione dell’Africa nei network internazionali e le poche possibilità di spostamento della popolazione;
- L’età media molto bassa, 19 anni, con solo il 5% della popolazione over 60.
È tuttavia da sottolineare che il tracking dei contagi in Africa risulta difficoltoso: il 70% della popolazione è inserita in contesti di economia informale e per questo difficili da intercettare.
Nonostante i numeri ridotti dei contagi, l’Africa dispone di numeri molto bassi di medici per abitante, in media uno ogni 5000, e anche le strutture sanitarie non sono equipaggiate per contenere grandi numeri di pazienti gravi. Inoltre c’è il rischio che concentrandosi solo sul nuovo virus altre sfide irrisolte, come malaria e poliomielite, abbiano spazio per diffondersi.
Non solo sul fronte sanitario, ma anche su quello economico la pandemia sta generando gravi conseguenze. Per la prima volta dopo 25 anni l’Africa sta vivendo un periodo di recessione, la Banca Mondiale stima una contrazione del Pil per tutti i paesi dell’Africa Sub Sahariana tra il -2,1% e il -5,1%. I settori più colpiti dalla crisi sono quello turistico, il manifatturiero e quello delle esportazioni di materie prime. Il turismo ha perso più di 2 milioni di posti di lavoro e il paese più colpito è stato il Sud Africa. In Nigeria il settore petrolifero, i cui proventi rappresentano il 76% della ricchezza del paese, ha subito una contrazione del 5,6%.
Più che la pandemia in sé, è dunque la crisi economica che rischia di mettere in ginocchio l’Africa, annullando quasi trent’anni di progressi. Secondo Casola gli ambiti in cui la cooperazione internazionale dovrebbe intervenire concretamente sono in supporto alla sicurezza alimentare, le azioni necessarie per far emergere i settori informali e i progetti per la lotta alle disuguaglianze.
Fonti:
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/lottovolante-delleconomia-globale-27591
https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/covid-africa-lepidemia-diversa-26622