Le attuali crisi mondiali tra destabilizzazioni sanitarie e agroalimentari

Istituto Sindacale per la COoperazione allo Sviluppo

Le attuali crisi mondiali tra destabilizzazioni sanitarie e agroalimentari

Quali sono le conseguenze?

Gli sviluppi più recenti evidenziano come il mondo stia ancora affrontando, con varie difficoltà, delle crisi globali su più fronti: sanità, clima e conflitti.

Per quanto riguarda la questione sanitaria, il porto di Shanghai sta riprendendo il normale flusso delle merci a seguito di un blocco, istituito a fine marzo dal governo cinese perseguendo una politica di zero-covid, che aveva provocato un grave rallentamento dei trasporti di materie prime nonché del commercio. Questo ha avuto un naturale impatto sulle economie globali, essendo la Cina una superpotenza economica e uno dei principali Paesi esportatori nel Mondo.

Ad aggravare la situazione, già delicata, del commercio mondiale si è aggiunto il conflitto tra Ucraina e Russia, che ha causato la chiusura dei porti sul Mar Nero, in particolar mondo quello di Odessa, dove transitava il 95% del grano prodotto in territorio ucraino.

Per sopperire a questa paralisi commerciale si stanno cercando delle rotte alternative, in Moldavia e Polonia, con l’obiettivo di esportare almeno una minima percentuale delle produzioni. Tuttavia, è stato inevitabile l’accumulo di milioni di tonnellate di grano nei silos ucraini e sulle navi bloccate nei porti.

La WFP (World Food Programme), organizzazione facente parte dell’ONU che si occupa di assistenza alimentare in situazioni di emergenza, ha lanciato l’allarme di una crisi globale della fame; infatti si rischia un aumento del 20% del numero delle persone in difficoltà nel mondo.

Sébastien Abis, direttore del Club Demeter, ecosistema del settore agricolo-alimentare, ha affermato che i primi a subire le conseguenze del calo della produzione ed esportazione di grano saranno gli ucraini e i Paesi dipendenti dalle importazioni da Kiev (Nord Africa e Medio Oriente).

L’Ucraina è una superpotenza agricola che ora non esporta più


Sébastien Abis

Inoltre, nelle prossime settimane inizieranno i nostri focus di approfondimento sull’impatto che le diverse crisi stanno avendo nei Paesi in via di sviluppo, a partire da quelli in cui siamo presenti con i nostri progetti di cooperazione internazionale.