Uno squarcio sulla realtà della Palestina

Istituto Sindacale per la COoperazione allo Sviluppo

Uno squarcio sulla realtà della Palestina

La privazione della libertà di movimento subita dal popolo palestinese descritta attraverso la toccante storia di un padre e di sua figlia.

The Present, cortometraggio del 2020 diretto dalla regista ed attivista anglo-palestinese Farah Nabulsi, racconta l’eterno conflitto tra Israele e Palestina attraverso la commovente storia di vita quotidiana di una famiglia palestinese. L’opera cinematografica, vincitrice del premio BAFTA 2021 e candidata ai Premi Oscar è a tutti gli effetti un manifesto di denuncia sullo stato di segregazione imposta al popolo palestinese dall’occupazione militare israeliana.

Il film è stato girato a Betlemme in sei giorni; la prima scena è ambientata di mattino molto presto, prima del sorgere del sole, e l’ambiente circostante è talmente buio da impedire al nostro sguardo di distinguere con definizione il paesaggio circostante e le persone che lo compongono. Il protagonista Yusef, giovane padre di famiglia che vive e lavora in Cisgiordania, dorme su un pezzo di cartone a ridosso del Muro di separazione; successivamente ad un cambio di scena ritroviamo Yusef percorrere un corridoio pedonale: sta affrontando il passaggio attraverso il claustrofobico checkpoint 300 di Betlemme, dove ogni giorno una fiumana reale di persone si fa lentamente strada per passare e raggiungere il posto di lavoro, mettendosi in fila già dalle prime ore del mattino. Questo rituale quotidiano è proposto ai nostri occhi di spettatori facendo un uso calibrato di immagini forti e disturbanti, le quali diventano metafora dell’asfissiante condizione di prigionia imposta al popolo palestinese, evidenziata in particolar modo dalle diverse riprese che inquadrano i personaggi “da dietro una grata”.

Alla rassegnazione di questo fiume di persone si contrappone la rabbia che, in un’altra scena chiave del film, prende il sopravvento su Yusef, umiliato dai militari israeliani nell’innocente tentativo di oltrepassare un checkpoint insieme a sua figlia per fare ritorno a casa a seguito di una normale giornata di compere. Sono le due facce del sentimento palestinese: la necessaria accettazione della realtà e l’incoercibile desiderio di libertà.

The present è una storia semplice che racconta una realtà crudele. Un film sulla dignità e sui diritti umani basilari e sulla libertà di movimento.

Farah Nabulsi, regista

The Present, un film che è contemporaneamente la storia di un regalo – che Yusef decide di uscire ad acquistare con la sua bambina Yasmine in occasione dell’anniversario di matrimonio di lui e la moglie – e la Storia del presente sulla condizione di apartheid e le continue violazioni dei diritti umani subite dal popolo palestinese, in atto in un territorio dove per i cittadini israeliani è applicata la legge civile, mentre per i cittadini palestinesi vige la legge militare.

L’obiettivo della regista è cercare di rompere il silenzio su questa situazione, seguendo le orme di alcuni ex soldati del tsahal, le Forze di difesa israeliane, che per mezzo dell’organizzazione Breaking the silence hanno deciso di denunciare i soprusi compiuti ai danni di cittadini palestinesi fermati per controlli e perquisizioni.

When you first arrive in the territories, you think the purpose of the checkpoint is to catch terrorists. You’re there to catch the bad guys. But that’s not the purpose of the checkpoints. The purpose is to create arbitrariness which instills genuine fear in the Palestinians.


Israeli Soldier (Breaking the Silence)

Disponibile sulla piattaforma streaming Netflix.