LAMPEDUSA, MURI E PONTI NEL VILLAGGIO GLOBALE

Istituto Sindacale per la COoperazione allo Sviluppo

LAMPEDUSA, MURI E PONTI NEL VILLAGGIO GLOBALE

Riportiamo una riflessione di Lorenzo Todeschini, Presidente Anolf Lombardia (Associazione Nazionale Oltre le Frontiere), sulle tematiche relative al fenomeno dell’immigrazione e sulle tragedie di queste ultime settimane. 

Negli ultimi tre mesi sono approdati nelle coste italiane circa 17.000 migranti provenienti, principalmente, da Siria, Eritrea, Somalia, Egitto e Nigeria.

Molti sono stati gli incidenti in cui hanno perso la vita uomini, donne e bambini, ma solo dopo l’eccezionale visibilità della tragedia del 3 ottobre al largo di Lampedusa, c’è stata un’emozione collettiva, una presa di coscienza con manifestazioni di cordoglio, di solidarietà e ha indotto le autorità italiane ed europee ad agire per far fronte ad una situazione da tempo annunciata, ma di fatto ignorata.

Il maggior controllo delle frontiere per evitare altre tragedie, migliorando gli interventi di salvataggio ed il contrasto al traffico di essere umani, sarà utile ed efficace se accompagnato da iniziative per governare i flussi migratori e soprattutto rimuoverne le cause principali, ossia guerre, fame, mancanza di libertà e dignità.

L’Anolf con la Cisl ha fortemente denunciato nel 2002 e nel 2009 l’inutilità ed il danno provocato dalle politiche restrittive e di contrasto all’immigrazione, con l’introduzione del vincolo assoluto tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno con la legge Bossi-Fini, del reato di clandestinità con il pacchetto sicurezza e con la politica dei respingimenti.

Ripartire allora da normative per cui chi è in cerca di migliorare la propria vita con un progetto migratorio abbia la possibilità di arrivare nel Paese di destinazione in un percorso regolare, oggi nei fatti impedito dalla Bossi-Fini, è il presupposto per limitare la presenza irregolare di tanti immigrati in attesa delle false sanatorie che sono i decreti flussi.

Oggi l’emigrazione per motivi economici verso l’Italia, causa la crisi, sta diminuendo, ma sta aumentando l’arrivo di profughi e richiedenti asilo. L’Italia deve dotarsi di una legge organica in materia di asilo e costruire, assieme all’UE, modalità di richiesta di asilo che evitino tragici viaggi, dotarsi di un sistema di protezione e accoglienza, già annunciato dal premier Letta, portando da 3.000 a 16.000 i posti e così evitare il ripetersi della brutta esperienza del 2011, con l’emergenza Nord-Africa, in cui c’è stato un grande dispendio di risorse per poi, dopo diciotto mesi, concedere un permesso umanitario a tutti.

Se dinnanzi alle tragedie, avvenute nel “mare nostrum”, ci impegniamo nel rimuovere le cause che costringono milioni di persone a fuggire dalla loro terra, favorendo la soluzione dei conflitti senza l’uso delle armi, controllando e limitandone il loro commercio o promuovendo percorsi di inclusione nella comunità in cui viviamo tra le tante diversità presenti, alle vittime avremo dato di più del semplice cordoglio.

Nel recente romanzo del nostro amico Mohamed Ba “Il tempo dalla mia parte”, il racconto si chiude davanti al mare di Lampedusa con le seguenti parole riferite ai tanti immigrati morti:
“ Di voi nessuno ha ricordo tranne il mare. Raccolgo ciò che rimane di voi e me lo porto dentro. Vi ringrazio fratelli, perché è nel vostro sangue che celebreremo l’unità dei Popoli”.

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