LE OLIMPIADI E IL RESTO

Istituto Sindacale per la COoperazione allo Sviluppo

LE OLIMPIADI E IL RESTO

Si sono concluse domenica scorsa le Olimpiadi di Sochi con una cerimonia di chiusura scoppiettante. Il podio delle medaglie, riportato anche dal Corriere dello Sport, vede, al terzo posto, il Canada con 25 medaglie vinte, la Norvegia al secondo posto a quota 26 e sulla vetta la Russia con 13 ori, 11 argenti e 9 bronzi per un totale di 33. Il sogno olimpico si è quindi concluso per molti atleti e per molti tifosi e non ci resta che aspettare altri 4 anni. Ma cosa stava succedendo nelle immediate vicinanze russe?

Mentre gli sciatori, i pattinatori e gli snowboardisti lottavano per una vittoria, i manifestanti in Ucraina lottavano per il loro paese. In effetti si è sfiorata la guerra civile e il bilancio dei morti e dei feriti è agghiacciante. Secondo la CNN e la BBC, infatti, i medici stimano che, soltanto durante la giornata di giovedì 20 febbraio 2014, siano morti 100 manifestanti. I suddetti dati sono però stati contestati dall’ex-Ministro della Salute ucraino che afferma che siano solo 77 i morti e 577 i feriti, 369 dei quali ricoverati.

Ma da dove nascono queste proteste? È opinione comune nei quotidiani europei che le proteste derivino dalla mancata firma, da parte dell’ex presidente Yanukovich, dell’accordo di associazione con l’Unione Europea. L’Ucraina si trova, in effetti, tra due fuochi: da una parte l’Unione Europea alla quale i manifestanti vorrebbero avvicinarsi, e la Russia di Putin, che impedisce questo avvicinamento minacciando ripercussioni sul commercio del gas.
C’è però una terza ragione: l’Unione Europea richiedeva infatti la scarcerazione dell’ex-Primo Ministro Yulia Tymoschenko, incarcerata due anni fa per abuso di ufficio in un accordo con la Russia per il gas, istanza che Yanukovych non aveva intenzione di soddisfare.

Apprendiamo dal sito dell’ISPI che le proteste iniziate lo scorso 24 novembre hanno subito un’escalation fino ad arrivare alla svolta, durante la terza settimana di febbraio, dopo un largo spargimento di sangue. La notte tra giovedì 20 e venerdì 21 febbraio 2014, infatti, si è tenuto un summit tra il governo ucraino e i Ministri degli Esteri di Francia, Germania e Polonia. L’accordo è stato raggiunto e firmato poi dall’opposizione e dal Governo nel pomeriggio di venerdì. Le richieste dei manifestanti sono quindi state accolte: il potere presidenziale è stato ridotto, si avrà in pochi giorni un governo di unità nazionale e si prevedono elezioni anticipate al 25 maggio.

Quali sono stati i primi effetti dell’accordo? Senza dubbio la caduta del Governo e la fuga di Yanukovich. La conseguenza più importante però è stata la scarcerazione di Yulia Timoschenko, che si è già attivata per costruire un futuro europeo al suo Paese.

Il resto? È ancora tutta storia da scrivere.

FONTI:
www.corrieredellosport.it 
www.ituc-csi.org
www.internazionale.it
www.ispionline.it
www.amnesty.it
www.bbc.co.uk
http://edition.cnn.com
http://it.euronews.com
www.lemonde.fr
http://internacional.elpais.com

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