CONCLUSO IL “WORLD SOCIAL FORUM 2013” DI TUNISI
Dal 26 al 30 marzo si è tenuto a Tunisi il World Social Forum 2013. A distanza di due anni dall’inizio della cosiddetta “Primavera araba” la Tunisia ritorna ad essere sotto i riflettori, ancora una volta come luogo in cui anticipare grandi cambiamenti sociali che possono coinvolgere tutti i Paesi del Mediterraneo, ed in particolare quelli del Nord-Africa.
Per la prima volta dal I Forum di Porto Alegre di 12 anni fa, il Forum Sociale arriva sul Mediterraneo e in un Paese arabo, per la terza volta volta in Africa, dopo Nairobi 2007 e Dakar 2011. La parola d’ordine di questo Social Forum è stata dignità. In prima linea tra le realtà tunisine ci sono stati i giovani: studenti, diplomati e laureati senza lavoro a sottolineare il protagonismo di una generazione che chiede a gran voce di poter determinare il cambiamento sociale del paese. Per questo, dal 26 al 30 marzo più di 4000 realtà tra movimenti, associazioni, sindacati, collettivi e comitati di Tunisia, Maghreb, Mashreq, Africa sub-sahariana, Americhe, Asia e Europa si sono ritrovate nel campus universitario El Manar di Tunisi, convergendo nelle oltre 1500 attività in programma.
La maggior parte degli appuntamenti ha avuto ad oggetto i diritti umani, il processo di democratizzazione dei paesi mediterranei, le libertà civili e la giustizia sociale, con una particolare attenzione alla dimensione di genere, a dimostrare che il fulcro della riflessione da questa parte del mediterraneo arriva dalle crisi di democrazia che la regione sta lavorando per superare.
Il Forum Sociale di Tunisi è stato, ancor più che in passato, la testimonianza che quello che un tempo veniva praticamente definito come il più grande raduno no-global del mondo, oggi è visto da tutti per ciò che realmente è, cioè un immenso congresso pieno di gruppi spontanei, una grande fiera delle associazioni e della società civile dell’insieme dei movimenti alter-mondialisti, di movimenti che si battono per una globalizzazione alternativa, che si occupa di tematiche ambientali, politiche e sociali.
La grande apertura e voglia di confrontarsi con gli stranieri manifestata dai giovani tunisini, sono la dimostrazione più evidente di come ci sia voglia di guardare al mondo, senza preclusioni, pur mantenendo le proprie idee e convinzioni. É partendo da queste basi che si sono potute vedere ragazze che indossavano per propria scelta il Niqab, il velo integrale, che parlavano e facevano amicizia con ragazze europee e americane che si proclamavano atee, che pur credendo in valori anche diversi tra loro, si confrontavano tranquillamente sulla base di un rapporto basato sulla dignità e libertà reciproca (come ha raccontato Amina, ragazza di 19 anni che frequenta la facoltà di elettronica all’Università di Tunisi).
Ecco quale è stato il messaggio del Forum Sociale di Tunisi: oltre alla “solita” richiesta di un mondo più giusto e più equo, si è alzata fortissima la richiesta di un maggior rispetto e tolleranza reciproca, sulla base del concetto di dignità che accompagna ogni persona, percorso che la Tunisia post-rivoluzione sta faticosamente cercando di compiere.