Una casa tra le Ande: la voce di Erika dalla Casa Santa Teresita

Istituto Sindacale per la COoperazione allo Sviluppo

Una casa tra le Ande: la voce di Erika dalla Casa Santa Teresita

Nel cuore delle Ande peruviane, a oltre 3.000 metri di altitudine, sorge la Casa Famiglia Santa Teresita di Pomallucay. Un luogo semplice, ma pieno di umanità, che accoglie persone con disabilità gravi, molte delle quali non hanno famiglia o accesso ad assistenza sanitaria. In questa realtà dura e spesso invisibile, un progetto promosso da ISCOS Lombardia, in partenariato con Hospital Mama Ashu, si sta concretizzando grazie al sostegno dei fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese.

L’intervento – tuttora in corso – prevede il miglioramento degli ambienti e delle attrezzature della struttura: letti adeguati, sedie a rotelle, arredi funzionali, materiali medici essenziali e piccole opere di manutenzione che renderanno la casa più accogliente e dignitosa per chi la abita.

Ma oltre agli interventi materiali, ciò che rende questo progetto davvero speciale è la presenza delle persone. Una in particolare: Erika, volontaria e responsabile della casa, che ogni giorno vive accanto agli ospiti della struttura, condividendone i bisogni, le fragilità, ma anche la forza e i sorrisi.

Pochi giorni fa, Erika ci ha inviato una lettera scritta a mano, che abbiamo deciso di condividere. Le sue parole parlano di gratitudine, di fatica, di speranza e di quell’umanità che spesso sfugge agli occhi distratti, ma che in luoghi come questo si manifesta con una potenza disarmante.

“Carissime Marta e Miriam,
e tutte le persone che avete vicino,
con cui dividete e condividete PROGETTI, SOGNI, FATICA, DIFFICOLTÀ e OSTACOLI.
Dopo i vostri nomi, aggiungete tutti i visi che volete.
È a voi che mi rivolgo.”

Con queste parole, Erika estende il suo grazie ben oltre due nomi. Si rivolge a tutti noi. A chi lavora dietro le quinte, a chi sostiene da lontano, a chi crede che ogni persona – anche la più fragile – abbia diritto a dignità e cura.

Ma Erika non ci ha inviato solo parole. Ha condiviso anche volti e storie.

Ambrosia, Santa Teresita Pomallucay

Ambrosia, trovata sotto i ponti a Huaraz, oggi vive alla Casa Santa Teresita. Non si sa nulla della sua storia: è anziana, ha l’Alzheimer, e a guardarla sembra davvero “piccola”, come nella canzone di Simone Cristicchi, quando la fragilità si fa innocenza e ritorno all’infanzia. Il suo silenzio è presenza, memoria smarrita ma viva.

Pablo, invece, è cieco. Ogni giorno arriva alla Casa per mangiare e stare in compagnia. Era cantore ai funerali, e quando intona ancora qualche verso, sorride. Perché in quel canto si sente vivo, ancora utile. E anche chi lo ascolta ritrova un frammento di gioia.

Pablo, Santa Teresita Pomallucay

“…Grazie, perché possiamo ridipingere i muri di questa vecchia casa,
avere nuove sedie a rotelle, lettini, medicine…
e perché possiamo continuare a prenderci cura, ogni giorno,
di questi poveretti così perfetti agli occhi di Dio.”

Questa lettera è più di una testimonianza: è un ponte tra mondi lontani. È il segno concreto che la solidarietà, quando è autentica, può superare le distanze geografiche e culturali, e arrivare dove serve davvero.

Lettera Erika 1 pagina
Lettera Erika 2 pagina

Progetto sostenuto con i fondi otto per mille della chiesa valdese

https://www.ottopermillevaldese.org/