“La guerra e la pace con gli occhi delle donne”: un incontro promosso dal coordinamento donne Fnp e Iscos Lombardia
“Troppe volte ci dimentichiamo del nostro ruolo di esseri umani consapevoli e della scelta di pace che possiamo compiere ogni giorno. Il mio Paese, la Bosnia Erzegovina è nato nel 1995 dopo una guerra sanguinosa. Oggi è un Paese ancora destabilizzato dove si parlano tre lingue diverse e ci sono 14 costituzioni vigenti. Abbiamo un sistema scolastico che crea segregazione. Ci sono reti divisorie tra le scuole e orari di ingresso e uscita da scuola diversificati a seconda della etnia. Nonostante tutto la mia scelta quotidiana è la pace e sono state proprio le donne nel mio Paese a fare il primo passo in questa direzione”. Con queste parole Tamara Cetkovic, peace builder – costruttrice di pace – e operatrice di ISCOS (Istituto Sindacale di Cooperazione allo Sviluppo) per la campagna “I walk the line” è intervenuta all’iniziativa “La guerra e la pace con gli occhi delle donne” promossa dal Coordinamento donne della Fnp Cisl Lombardia in collaborazione con Iscos Lombardia.
“Con questa iniziativa abbiamo avviato un percorso iniziato l’8 marzo nei territori – ha spiegato Liliana Chemotti, responsabile del Coordinamento donne della Fnp Lombardia – un percorso che guarda alle donne, alla disparità di genere, alla violenza, agli stereotipi di genere con un occhio femminile e il più possibile legato alla realtà. Gli stereotipi sono parte di noi, per chi vive in Europa anche la guerra si è trasformata in uno stereotipo: la si studia a scuola, si sente parlare delle sue atrocità durante gli anniversari o le giornate della memoria; si sentono le notizie di guerre combattute in qualche Paese di cui forse si ignora la precisa collocazione geografica. Ma ora che sentiamo la guerra vicina, ricordiamo quanto la guerra possa essere sporca e quanto la devastazione che porta con sè non risparmi i civili a partire proprio dalle fasce più vulnerabili come le donne, i minori, i disabili e gli anziani”.
Iscos Lombardia, con i suoi oltre 33 anni di attività, è impegnato in contesti difficili nei Paesi del sud del mondo e spesso i suoi progetti di cooperazione internazionale hanno riguardato paesi che uscivano da conflitti com’è stato il caso della Bosnia Erzegovina dopo la guerra degli anni ‘90 e del Mozambico dopo i lunghi anni di guerra di indipendenza. “Ad oggi abbiamo realizzato oltre 60 progetti di cooperazione, non di rado in paesi devastati dall’atrocità e brutalità della guerra. Ci sono contesti che dopo oltre 30 anni dalla fine dei conflitti sono ancora frammentati, dilaniati, con una società civile spaccata e con delle economie deboli. Il compito della società civile è di supportare i movimenti dal basso, promuovere la pace e laddove necessario ricostruire percorsi e rilanciare opportunità di formazione, lavoro e relazioni” ha spiegato Miriam Ferrari, presidente di Iscos Lombardia.
Ekaterina Ziuzuk, Presidente dell’associazione Supolka – Bielorussi in Italia, in un contributo video ha raccontato la difficile situazione che vivono le attiviste per la pace e i diritti in Bielorussia che nel 2020 hanno sostenuto Viktar Babaryka a cui è stato impedito di concorrere liberamente alle elezioni presidenziali, vinte ancora una volta da Aljaksandr Lukašenka in carica da 27 anni.
“Grazie alle parole di chi ha vissuto in prima persona la guerra come Tamara ed Ekaterina capiamo l’importanza di informarci, approfondire e lottare ogni giorno per la pace e per la democrazia oltre che condividere, come donne, un desiderio di pace comune a cui tutte noi dovremmo apportare un solido e concreto contributo” ha concluso Chemotti.
Per approfondire
Video Iscos Lombardia: https://www.youtube.com/watch?v=WPm-2_f8wKA
Video Supolka: https://www.youtube.com/watch?v=rRg613_MYKE