La testimonianza di Wael Natheef alla “Maratona per la Pace di Cisl Lombardia”
Nell’ambito della “Maratona per la pace” organizzata lo scorso ottobre dalla Cisl Lombardia, Wael Natheef, segretario generale del PFTU di Gerico, ha contribuito con una videotestimonianza insieme a quella di molti ospiti e relatori, raccontando come la popolazione civile stia vivendo in Cisgiordania e in quel che resta della Striscia di Gaza in questi ultimi mesi.
Natheef, storico rappresentante sindacale con cui Iscos Lombardia collabora dal 2010, ha ripercorso, nel suo racconto, la lunga relazione di amicizia e solidarietà tra il sindacato Cisgiorndano, Iscos e la Cisl ricordando il recente memorandum d’intesa stipulato oltre che con iscos anche con Filca Milano, la Federazione che tutela i lavoratori dell’edilizia.
“Siamo un popolo che ama la pace, che rifiuta la guerra e il terrorismo, e che lotta per vivere con dignità come tutti gli altri popoli del mondo” ha spiegato Wael Nathhef.
“Non abbiamo né petrolio né armi, ma abbiamo la volontà e la determinazione di vincere.. in questi anni abbiamo perso molti dei nostri cari e gran parte della nostra terra, ma crediamo fermamente che nel mondo ci siano persone libere che staranno al nostro fianco — fino alla creazione del nostro Stato indipendente di Palestina, con Gerusalemme come capitale”.
Rispetto alla situazione di Gaza, Wael parla chiaro: “In questa guerra di sterminio hanno distrutto tutto: edifici, scuole, università, ospedali, moschee, chiese e infrastrutture. Hanno ucciso, hanno fermato la vita”.
In questi oltre due anni di conflitto, anche la Cisgiordania è tornata al centro dell’attenzione internazionale: sfollati, aggressioni, diritti negati e violati, terre confiscate, sempre più persone senza lavoro, senza casa. Famiglie divise, vite spezzate. “In Cisgiordania ci sono più di 400 insediamenti e circa 800.000 coloni vivono in Cisgiordania. La nostra battaglia ora è contro i coloni, che attaccano quotidianamente i civili palestinesi nei villaggi e nelle città, uccidendo persone e bruciando case, automobili e ulivi.
Dove non si interrompe la vita con un’esplosione o per fame, si sgretola con la perdita del lavoro e la disoccupazione crescente. “Come sapete, prima della guerra di Gaza, c’erano circa 190.000 lavoratori palestinesi provenienti dalla Cisgiordania che lavoravano nei territori del 1948, oltre a 25.000 lavoratori provenienti da Gaza e 25.000 lavoratori che lavoravano negli insediamenti della Cisgiordania. “I tassi di disoccupazione e povertà sono aumentati a causa della debole economia palestinese e della mancanza di posti di lavoro. La disoccupazione ha raggiunto il 34% in Cisgiordania e l’89% a Gaza”.
E poi ancora: “A Gerico e nella Valle del Giordano ci sono 40 insediamenti israeliani, la maggior parte dei quali agricoli, diversi campi militari e una grande zona industriale tra Gerico e Gerusalemme con circa 160 fabbriche, che impiegano circa 10.000 lavoratori provenienti dalle zone di Hebron, Betlemme, Gerusalemme, Ramallah e Gerico. C’è anche un secondo settore di lavoratori che lavorano negli hotel e nei resort sul Mar Morto.
Il problema più grande per noi come sindacato è rappresentato da coloro che lavorano negli insediamenti agricoli, dove sono impiegati circa 5.000 lavoratori e lavoratrici, numero che raddoppia durante la stagione della vendemmia e della raccolta dei datteri. Il 25% di loro sono donne e il 10% sono bambini, che lavorano in condizioni difficili e precarie senza documenti di identità e senza alcuna misura di sicurezza”.
Il sindacato, come racconta Natheef nel video, non senza difficoltà, continua ad essere un presidio sociale importantissimo per dare supporto e aiuto alle famiglie anche attraverso i progetti di cooperazione internazionale.