Riconoscimento della Palestina: si deve agire ora!

In seguito alle azioni di annessione e occupazione della Palestina da parte di Israele e in vista della giornata internazionale della solidarietà per la Palestina SOLIDAR insieme a ISCOS, ACCP, ARCI e OLOF Palme Center, giovedì 26 Novembre ha organizzato una Conferenza per ribadire ancora una volta la necessità da parte dell’Europa e dei suoi stati membri di riconoscere lo Stato di Palestina.
La conferenza è iniziata con le testimonianze dell’esperienza svedese, primo paese europeo a riconoscere lo Stato di Palestina, di Annika Söder, Presidente dell’Istituto Europeo per la pace e Segretario di stato per gli affari esteri al momento del riconoscimento e Margerete Auken, vice-presidente della delegazione del Parlamento Europeo per le relazioni con la Palestina . Sono poi seguite le voci dalla Palestina di Khawla Al-Azraq, Direttrice del PSCCW (Psycho-Social Counseling Center for Women), e Mazen Jarari, e quelle israeliane di Susie Becher, membro del comitato direttivo di Zulat per l’uguaglianza e I diritti umani ed editore del Plestine-Israel Journal, Meir Margalit, Capo del consiglio del Center for Advancement of Peace Initiatives e ex membro del consiglio municipale di Gerusalemme e di Aida Touma, membro di Knesset, per poi concludersi con gli interventi di esponenti sindacali quali: Yoav Gal Tamir, MAAN, Shaher Sa’ed, PGFTU e Luca Visentini, ETUC.
Unanime è stato l’appello ad azioni concrete ed immediate da parte dell’Unione Europea e degli Stati Membri. “Non sono più sufficienti le dichiarazioni di solidarietà, quello che serve è una chiara presa di posizione e delle azioni concrete!” ha detto Khawla Al-Azraq. “Serve che L’Europa implementi le leggi riguardanti le importazioni dai territori occupati” ha concluso nel suo intervento.
Dai Sindacati arriva l’allarme rispetto ai diritti dei lavoratori. Nei territori occupati, la maggior parte dei palestinesi è impiegata in imprese israeliane e per questo dovrebbe avere gli stessi diritti di un lavoratore israeliano. Ciò non avviene, spesso i palestinesi sono sottopagati e sfruttati, nell’ultimo periodo di Covid19 molti di loro non hanno ricevuto ricevuto del tutto lo stipendio. “Le donne sono la categoria più sfruttata complici anche le aggressioni sessuali da parte dei datori di lavoro, sono però anche quelle più propense a combattere per i propri diritti” ha spiegato Yoav Gal Tamir. “Nelle imprese dell’area C ai sindacati non è permesso entrare, spesso quindi i lavoratori sono soli ed abbandonati, i sindacati in queste zone lavorano per fornire a ciascuno di loro gli strumenti per reclamare i propri diritti. È necessario che lo Stato di Palestina venga riconosciuto al più presto e che venga riconosciuto come stato occupato, così da poter agire anche a tutela di questi lavoratori” ha concluso.
Questa conferenza è solo il primo passo verso il riconoscimento dello Stato di Palestina. Un Riconoscimento che non deve essere un atto punitivo nei confronti di Israele, ma un atto positivo, dovuto e morale per la Palestina. Se molti Stati riconoscono la Palestina anche Israele sarà costretto a farlo, ponendo fine alle sofferenza sia dei palestinesi che degli israeliani. Il riconoscimento della Palestina deve avvenire subito, non fra qualche anno, perché domani potrebbe essere già tardi.