Consiglio di Lettura: “Città d’Argento”, Marco Erba

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Consiglio di Lettura: “Città d’Argento”, Marco Erba

Il consiglio di lettura di marzo è il libro Città d’Argento di Marco Erba, di seguito trovate la recensione della nostra attivista Letizia Marzorati.

Città d’Argento: come raccontare di Srebrenica a un adolescente

di Letizia Marzorati

Ho appena terminato la lettura di un romanzo su misura per adolescenti curiosi di sapere cosa avvenne a Srebrenica nel luglio del ‘95.

In inglese esiste il verbo “to tailor” che in italiano si traduce con “confezionare su misura”: ecco se dovessi definire “Città d’Argento” di Marco Erba, lo descriverei come un romanzo “confezionato su misura” per spiegare a un adolescente dei giorni d’oggi la guerra in Bosnia e in particolare, la strage di Srebrenica.

Il romanzo parla di Greta, un’adolescente di origine bosniaca, nata e cresciuta a Milano, dove si divide tra un ottimo rendimento scolastico, la passione per il nuoto, la rivalità con Anna, coetanea e compagna di classe con una famiglia chiusa mentalmente e xenofoba, e per ultima, ma non per importanza, la cotta per Nathan, un ragazzo che frequenta la sua stessa piscina.
L’occasione di un viaggio a Sarajevo per una manifestazione sportiva e la visita alla nonna Ema, le permetteranno di prendere contatto con il paese del padre Edin e di ripercorrere la storia della sua famiglia, originaria di Srebrenica, cittadina tristemente nota per la strage dell’11 luglio ‘95.
Nel dipanarsi delle vicende familiari narrate come se fossero flashback e nel racconto della nuova storia d’amore con Marko, un ragazzo di origine serbo-bosniaca, emerge come l’odio possa insediarsi nelle vite di ciascuno, come un tarlo che, piano piano, distrugge anche le realtà più solide, come la convivenza pacifica che caratterizzava la Jugoslavia prima dell’avvento dei nazionalismi.
In un passaggio del libro, la nonna Ema dice alla nipote:

L’odio ti distrugge è come un mostro che ti divora da dentro, ti toglie tutto. Me ne rendevo conto, eppure per anni ho odiato tutti i serbi. Mi sembrava un atto di giustizia nei confronti di Faris (il figlio defunto, ndr) e della mia città, Srebrenica. Ho sognato la vendetta, una violenza giusta che cancellasse tutta la violenza che avevamo subito, che mettesse le cose in pari. Poi però ho capito che giustizia e vendetta non sono la stessa cosa.

Questa citazione è, secondo me, la chiave di lettura di questo romanzo incentrato sulla situazione della società bosniaca nel periodo del conflitto, già multiculturale ben prima della nostra.

Marco Erba ha una scrittura lineare e molto attenta alle emozioni, ho apprezzato moltissimo i precisi riferimenti alla vita quotidiana bosniaca che hanno risvegliato in me una grande nostalgia dei momenti passati a Sarajevo, tra un servizio e l’altro. In particolare, nelle prime pagine del romanzo, mi ha fatto sorridere il riferimento all’utilizzo di Viber, che anche io mi son trovata a scaricare sullo smartphone per poter comunicare con Kristina, la ragazza a cui mi sono affezionata maggiormente nella mia esperienza di volontariato a Sarajevo.

Come ho scritto nella premessa “Città d’Argento” è un romanzo che regalerei a un adolescente che volesse capire meglio lo scenario della guerra in Bosnia e della strage di Srebrenica, ma che potrebbe essere molto interessante anche per un adulto che non ha mai approfondito questa pagina di storia.
Anche nel romanzo si ventila questa eventualità, l’11 luglio del 1995, in piena estate, la notizia di questa tragedia passò sotto traccia, tra l’indifferenza di tutti.
“Città d’Argento” ci aiuta a non dimenticare e a riflettere su quanto, questi avvenimenti, hanno ancora da insegnarci.