CINA, PICCOLI PASSI SUL FRONTE SINDACALE

Istituto Sindacale per la COoperazione allo Sviluppo

CINA, PICCOLI PASSI SUL FRONTE SINDACALE

Anche in Cina qualcosa si sta muovendo sul piano della tutela dei diritti sindacali. Sono quasi 300 milioni infatti i lavoratori che beneficiano di consultazioni collettive, mentre nella provincia del Guangdong si discute del divieto di licenziamento in caso di sciopero.  

Dati sindacali mostrano una crescita nella negoziazione collettiva dei salari
Il sindacato ufficiale cinese ha annunciato che attualmente in Cina sono quasi trecento milioni i lavoratori che beneficiano di consultazioni collettive in materia salariale. All’inizio del 2011, la FNSC ha lanciato un piano triennale per la diffusione della negoziazione collettiva dei salari, proponendosi di raggiungere una copertura del 60% delle imprese con una sezione sindacale entro il 2011 e almeno dell’80% entro la fine del 2013. Stando agli ultimi dati, nel giugno del 2013, erano 2.446.000 i contratti collettivi stipulati in tutto il paese, per una copertura di 5.848.000 imprese e 276 milioni di lavoratori. Tra questi, 1.302.000 contratti, riguardanti circa 150 milioni di lavoratori, coprivano esclusivamente questioni salariali. Se la FNSC ha enfaticamente presentato queste cifre come la prova che i lavoratori cinesi finalmente hanno “diritto di parola riguardo al proprio reddito,” in assenza di un sindacato indipendente rimangono non pochi dubbi sul reale impatto di queste “consultazioni” sui salari.

Il Guangdong ci riprova: vietato licenziare chi sciopera?
Il panorama normativo del lavoro nella provincia meridionale del Guangdong si conferma ancora una volta in continua evoluzione. Oltre ad un nuovo regolamento sulla sicurezza sul lavoro che entrerà in vigore nel gennaio del 2014, lo scorso 11 ottobre le autorità hanno lanciato una consultazione pubblica su una bozza di regolamento sulla negoziazione collettiva. Una delle novità più interessanti si trova all’articolo 59, ove si sottolinea come, nel caso in cui l’azienda dovesse ignorare o rifiutare la richiesta dei dipendenti di avviare un tavolo di negoziato e i lavoratori dovessero per questo scendere in sciopero, ai datori di lavoro sarebbe proibito licenziare gli scioperanti con il pretesto di una violazione dei regolamenti aziendali. Una misura analoga era già stata inserita in un’altra bozza di regolamento sulla gestione democratica dell’impresa presentata al pubblico nel 2010, ma poi la proposta era stata affossata in seguito alla forte contrarietà espressa dalla comunità imprenditoriale.

Le due notizie sono contenute all’interno del numero di ottobre di “China News – Storie dalla Cina al Lavoro”, newsletter di informazione sul lavoro in Cina promossa da Iscos Nazionale in collaborazione con il sito Cineresie.info.

 

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