Global Peace Index 2012

Istituto Sindacale per la COoperazione allo Sviluppo

Global Peace Index 2012

Per il sesto anno l’Institute for Economics and Peace pubblica il rapporto globale sulla pace: Global Peace Index 2012. Il rapporto analizza 158 stati e, basandosi su indicatori che riguardano il livello di sicurezza della società, l’estensione dei conflitti interni ed internazionali e il grado di militarizzazione, classifica le nazioni in base al loro grado di pace.

 

Dalla ricerca sembra che il mondo sia diventato leggermente più pacifico rispetto agli anni precedenti. In particolar modo negli ultimi due anni (2009 – 2010) è stato constatato un declino globale della pace in molti Paesi che hanno vissuto momenti di forte instabilità e disarmonia legati all’aumento dei prezzi di cibo, carburante e in generale dei beni di consumo a causa della grande regressione.

Nel 2011 la situazione sembra migliorata, ad eccezione del Medio Oriente e dell’Africa del Nord, regioni che hanno vissuto forti ondate di insurrezioni, proteste e rivoluzioni che sono state la scintilla di quella che comunemente viene definita Primavera Araba. I più visibili miglioramenti sono stati in Asia, in particolar modo in Sri Lanka, Bhutan, Filippine e Nepal. Anche l’Africa Sub Sahariana, migliora leggermente in Zimbawe, Madagascar e Gabon. Al primo posto rimane l’Islanda che si classifica come il Paese più pacifico della terra e a seguire Danimarca e Nuova Zelanda.

La classifica:


 1 ISLANDA 
2 DANIMARCA
3 NUOVA ZELANDA
38 ITALIA
 48 MOZAMBICO
 66 ALBANIA
 72 TUNISIA
 79 PERU’
 91 BANGLADESH
 111 EL SALVADOR- EGITTO
 116 NIGER
 142 INDIA
 147 LIBIA- SIRIA
 149 PAKISTAN

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tabella 1 Fonte dati Global Peace Index 2012

 

La tabella mostra una selezione della classifica fatta dall’IEP con evidenziati in verde i primi tre stati al mondo riconosciuti come maggiormente pacifici, mentre in azzurro sono evidenziate le posizioni degli stati in cui Iscos opera, infine in rosa segnaliamo oltre che l’Italia i Paesi che nel 2011 hanno subito forti cambiamenti con la Primavera Araba.

 

 

 

Gli indicatori

 

 

Come accennavamo prima gli indicatori si suddividono in tre macro aree e ci permettono di comprendere su quale base è stato calcolato il punteggio per ogni Paese che va poi a creare la classifica stilata dallo IEP.

 

La prima macro area riguarda i conflitti interni ed internazionali in corso e gli indicatori si basano sul numero dei conflitti interni ed esterni combattuti, sul numero dei morti in conflitti interni ed esterni, sul livello di organizzazione dei conflitti e sulle relazioni con i Paesi limitrofi.

 

La seconda area si concentra sulla sicurezza analizzando il livello di percezione della criminalità, il numero di profughi e rifugiati, l’instabilità politica, gli attacchi terroristici, il numero di omicidi, il livello di crimini violenti, le probabilità di dimostrazioni violente, il numero di persone incarcerate, il numero di ufficiali della sicurezza e di polizia nel Paese.

 

Infine la militarizzazione del Paese è anch’essa un metro di misura della pace: spese militari, numero di personale nelle forze armate, flussi di import ed export di armi, contribuiti finanziari alle missioni di pace ONU, numero di armi pesanti, facilità di accesso alle armi leggere e capacità militare.

 

 

 

I risultati

 

 

Al primo posto rimane l’Europa Occidentale tra le regioni più pacifiche, la maggior parte dei Paesi europei infatti si classifica nelle top 20. All’ultimo posto fra i paesi europei troviamo la Grecia (77° in classifica generale) a causa della forte crisi infatti aumenta il rischio di manifestazioni violente e cresce il livello di criminalità.

 

Subito dopo l’Europa troviamo l’America del Nord, che nonostante sia composta da solo due stati (Canada e USA) e che gli Stati Uniti si classifichino solo al 88° posto, in media con il Canada che si classifica al 4° posto riesce comunque a mantenere la seconda posizione tra le regioni.

 

Al terzo posto troviamo l’Europa Centro – Orientale con dei leggeri miglioramenti, l’Albania è al 66° posto. È interessante notare come Occidente e pace in realtà non siano sinonimi, anzi considerando diversi fattori gli Stati Uniti rimangono più bassi in classifica dell’Albania. Le cause sono legate alla forte militarizzazione USA, alla relativa facilità di reperimento di armi leggere, oltre che alla grandezza dello Stato.

 

In quarta posizione troviamo l’Asia e il Pacifico che seppur vi siano stati miglioramenti in alcuni Paesi, continuano numerosi conflitti interni in Pakistan ed Afghanistan dove la sicurezza del Paese è a rischio. Questi Paesi infatti si classificano agli ultimi posti della classifica (149° Pakistan).

 

Al sesto posto l’America Latina con miglioramenti in 16 nazioni su 23. El Salvador al 111° posto è infatti noto per la forte criminalità interna.

 

La novità di quest’anno è sicuramente l’ultimo posto, abitualmente abitato dall’Africa Sub-Sahariana, ma che quest’anno cede il posto al Medio Oriente e all’Africa del Nord a causa della Primavera Araba.

 

 

 

 

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