I Padroni della Terra: il quarto rapporto di FOCSIV sul land grabbing

Istituto Sindacale per la COoperazione allo Sviluppo

I Padroni della Terra: il quarto rapporto di FOCSIV sul land grabbing

Il 9 luglio durante il seminario FOCSIV sul diritto alla terra di contadini e popoli indigeni è stato presentato il rapporto I Padroni della Terra giunto alla quarta edizione, redatto grazie al contributo del progetto Volti delle Migrazioni, cofinanziato dall’Unione europea.

Come ogni anno il rapporto di FOCSIV analizza il fenomeno del land grabbing partendo dai dati disponibili sulla piattaforma internazionale LandMatrix integrati da contributi di giovani altamente qualificati e con esperienze dirette sul campo maturate grazie al servizio civile e ai corpi civili di pace.

L’incontro è stato introdotto da Ivana Borsotto, Presidente di FOCSIV che ha ricordato la dedica del rapporto a Luca Attanasio e ai 331 leader indigeni uccisi nel 2020 per aver difeso le loro terre.

Dall’intervento di Andrea Stocchiero, redattore del report, emerge come in soli tre anni gli ettari di terra strappati alle popolazioni locali siano passati da 88 milioni a 93 milioni, di cui la maggior parte, oltre 25 milioni di ettari siano dedicati al sistema con un enorme impatto anche sui cambiamenti climatici. Le donne risultano ancora una volta le più discriminate, ma sono anche il principale volto dell’attivismo nelle storie di rivalsa dei popoli indigeni.

Diversi sono stati gli interventi politici durante la tavola rotonda: dalla viceministra alla cooperazione internazionale Marina Sereni, all’Europarlamentare Brando Benifei, al vicedirettore aggiunto alla FAO Maurizio Martina. Tutti riconoscono la necessità di maggiori leggi nazionali e trattati internazionali che tutelino i contadini e i popoli indigeni cercando di andare verso un cambio di paradigma dei sistemi alimentari che coinvolga le istituzioni pubbliche, il settore privato così come investitori e finanziatori.

Quello che FOCSIV chiede con il suo rapporto, ribadito con forza da Borsotto nel suo intervento iniziale, sono l’introduzione di vincoli di “due diligence” – diligenza dovuta per le aziende a livello nazionale e internazionale, che gli investimenti di finanza etica siano rivolti all’agroecologia piuttosto che all’agro-business, che le banche adottino criteri ambientali, sociali e di Governance (ESG) nella concessione dei finanziamenti. La presidente ha inoltre ricordato al governo italiano l’impegno a dedicare lo 0.70% del reddito nazionale lordo alla cooperazione internazionale (ad oggi solo 0.22%) e che siano rafforzati l’analisi, l’ascolto e l’attenzione alle proposte della società civile.

Qui il rapporto e il video del seminario