Cosa succederà quando non ci saranno più testimoni della Shoah?

Istituto Sindacale per la COoperazione allo Sviluppo

Cosa succederà quando non ci saranno più testimoni della Shoah?

Sabato 23 gennaio è andato in onda su Rai 1 la docufiction #AnneFrank. Vite Parallele (ancora disponibile online su RaiPlay). Nella stanza di Anne, ricostruita nei minimi dettagli dagli scenografi del piccolo Teatro di Milano, la sua vita si intreccia con quella di altre cinque sopravvissute, quasi sue coetanee, attraverso le parole del suo diario interpretate dall’attrice premio oscar Helen Mirren. Parallelamente lo spettatore segue il viaggio e il diario social di KaterinaKat, questo il nickname della giovane che visita i diversi luoghi della memoria e sui social network condivide i suoi pensieri in un dialogo continuo con la figura di Anne Frank che la accompagna.

La protagonista di questo film non è la Shoah, ma le testimonianze sia delle sopravvissute, ma forse ancora di più quelle dei nipoti e dei giovani di oggi. In un tempo che si allontana sempre di più da questo orrore, di cui presto non ci saranno più testimoni diretti che potranno raccontarlo, diventa fondamentale domandarsi come sarà possibile trasmettere la memoria della Shoah.

Nel docufilm si alternano i racconti delle ex deportate a quelli dei loro nipoti, una generazione che sente sulle proprie spalle il peso di questa memoria. Tutti i giovani sono interpellati sul loro ruolo nel custodire queste testimonianze pur vivendo in un tempo in cui il razzismo è ancora presente. I ragazzi intervistati vogliono e sentono il dovere di far parte di quel meccanismo che non dimenticando i volti delle vittime restituisce loro dignità. Riflettono anche su come oggi sia loro il compito di assicurarsi che quello che è successo non si ripeta, che i diritti siano sempre garantiti e che ogni uomo sia trattato con la dignità che merita.

Il racconto di Anne Frank e dei sopravvissuti continuerà nelle azioni delle nuove generazioni, che sono chiamate a contrastare tutte quelle situazioni di ingiustizia e disuguaglianza che il nostro mondo ancora vive. Come i campi di rieducazione degli Uiguri in Cina o quelli di detenzione Libia e in troppi altri paesi in cui vengono imprigionati uomini, donne e bambini per colpa delle loro idee politiche, della loro etnia o della loro religione. Vediamo ogni giorno i palestinesi vivere sotto l’occupazione di Israele e venire ignorati dalla comunità internazionale che per gran parte ancora non riconosce lo Stato di Palestina. Da inizio anno sul confine europeo in Bosnia Erzegovina sono bloccati migliaia di migranti e richiedenti asilo costretti a vivere in condizioni disumane. Quotidianamente sul web e per le strade si continuano a sentire parole d’odio e razziste.

Per farci testimoni della memoria oggi, noi che non abbiamo vissuto l’orrore della Shoah, dobbiamo impegnarci a contrastare ogni atto di discriminazione, odio e disuguaglianza per assicurarci che quello che è stato non si ripeta. Per questo ogni anno si celebra la Giornata della Memoria e per questo ogni giorno Iscos Lombardia si impegna nel diffondere una cultura del diritto alla dignità e alla libertà per ogni uomo.

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