L’occupazione continua ma la speranza dei palestinesi non si spegne: gli aggiornamenti dal PFTU di Gerico

700 giorni di occupazione, oltre 160.000 persone ferite e disperse, 63.000 martiri e un numero indecifrabile di case, scuole, università, ospedali ed infrastrutture distrutte, insieme a moschee e chiese. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto l’85% e quello di povertà è ormai al 100%.
È questo il quadro che ci presenta nell’ultimo aggiornamento Wael Natheef, segretario generale del PFTU di Gerico, partner di Iscos Lombardia dal 2010.
Le difficoltà che, come abitanti della Cisgiordania, stiamo affrontando sono indicibili: siamo sottoposti ad attacchi quotidiani da parte dei coloni, checkpoints e chiusure sempre più stringenti che ci privano di libertà e autonomia. Anche in Cisgiordania, come in Palestina, il tasso di disoccupazione continua a salire vertiginosamente: ad oggi ammonta al 35% e rappresenta il 56% della forza lavoro palestinese, vale a dire più di 500.000 persone.
Questi sono solo alcuni dei dati spaventosi che abbiamo raccolto ma che ci danno già la contezza di quanto la situazione diventi sempre più critica. È per questo che il presidente del PFTU continua incessantemente a chiedere alla comunità internazionale di fare pressioni per un cessate il fuoco e affinché gli aiuti umanitari possano finalmente raggiungere Gaza.
“In questo contesto, il sindacato del PFTU continua con tutte le sue forze e possibilità a fornire assistenza in termini di supporto economico per l’elettricità e l’acqua, le tasse scolastiche e universitarie e la distribuzione di pacchi alimentari, finanziati da Iscos e Filca”.
Allargamento dei partenariati internazionali, diffusione di testimonianze dirette e ricerca di supporto: è con questi obiettivi che a fine settembre una delegazione del PFTU andrà alla conferenza del World Friends of Trade Union di Cipro per discutere questioni di solidarietà internazionale e diritti dei lavoratori.
Alla domanda “dove trovate la forza di mantenere viva la speranza in un contesto così complicato ed estenuante?” Wael, a nome di tutti i palestinesi risponde così:
La nostra forza deriva dalla determinazione e dalla consapevolezza che la nostra è una causa giusta. Chiediamo solo di vivere in pace nella nostra terra e di riacquisire la dignità che ci è stata tolta ma che ci spetta come popolo e in quanto esseri umani.