CONGO, SCONFITTI I RIBELLI DELL’M23

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CONGO, SCONFITTI I RIBELLI DELL’M23

Il 5 novembre il presidente della Repubblica Democratica del Congo (Rdc), Joseph Kabila, ha dichiarato di aver definitivamente sconfitto i ribelli a Tchanzu e a Runyonyi, nell’est del paese. Poche ore dopo, il Movimento 23 marzo (M23) ha annunciato la fine della ribellione.

Un po’ a sorpresa, ieri il governo della Repubblica Democratica del Congo ha annunciato di aver ottenuto una “vittoria totale” sui ribelli del movimento M23. In un comunicato i ribelli hanno detto che sono pronti al disarmo e che d’ora in poi useranno “solo metodi politici” per ottenere i loro obiettivi.
Un portavoce del governo congolese ha confermato che le forze speciali hanno spinto i soldati dell’M23 fuori dalle loro ultime roccaforti sulle colline del Nord Kivu, dove i ribelli erano asserragliati dopo essere stati cacciati dalla città di Bunagana la scorsa settimana. Il movimento M23 è stato fondato nel 2012 ed è formato da militari che hanno disertato dall’esercito regolare, tutti di etnia tutsi, che chiedono il rispetto degli accordi di pace del 23 marzo 2009.
Secondo le Nazioni Unite e il governo congolese, Uganda e Ruanda hanno sostenuto il gruppo M23, interessate ai territori orientali dell’Rdc, ricchi di giacimenti minerari, nonostante sia Kampala che Kigali abbiano sempre respinto le accuse. Per cercare di neutralizzare i ribelli, a marzo di quest’anno l’Onu aveva autorizzato il dispiegamento di un corpo d’intervento internazionale composto da 3000 soldati forniti da Tanzania, Sud Africa e Malawi, al fianco dell’esercito regolare congolese e delle 15mila truppe della missione di peacekeeping MONUSCO già presenti nell’area.
Secondo dati forniti dalla BBC, Dall’inizio del conflitto nella Rdc, durato 19 mesi, circa 800mila persone sono state costrette ad abbandonare la propria casa nelle regioni orientali del Nord e del Sud Kivu a causa degli scontri e dei saccheggi perpetrati dagli insorti.
La sconfitta dell’M23 non significa automaticamente il raggiungimento della pace in Congo e più in generale nell’area. Come scrive il quotidiano congolese Le Potentiel “non ci sarà una soluzione duratura del conflitto finché non comincerà una vera trattativa tra il presidente ruandese Paul Kagame, il presidente dell’Uganda Yoweri Museveni e il presidente congolese Joseph Kabila”. Secondo Colette Braeckman, giornalista belga esperta della regione, “forse è prematuro affermare che il Ruanda abbia abbandonato i suoi alleati. L’M23, il movimento armato più combattivo e articolato, rappresentava la sfida più pericolosa per il governo, ma era solo una parte del problema: ora restano da disarmare una ventina di altri gruppi”.

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